Voci e silenzi spagnoli negli anni sessanta

Lazio

Il ’68, si sa, è stato un importante anno di proteste studentesche, lotte ideologiche e trasformazioni sociali e culturali, anche per la Spagna. Tuttavia, sarebbe impossibile comprendere questi fenomeni senza prendere in considerazione il contesto culturale e politico spagnolo degli anni sessanta.

Si è soliti segnalare la data del 15 marzo 1966 come un punto di svolta della dittatura franchista: l’approvazione della nuova Legge sulla Stampa avrebbe creato i presupposti per il futuro Spirito della Transizione e per quegli esercizi di dialogo che sarebbero stati un elemento indispensabile per qualsiasi possibile futuro della Spagna.

Un anno prima, all’inizio di luglio, i Beatles atterravano in Spagna per dare due memorabili concerti a Madrid e Barcellona. Le cronache del tempo segnalano la scarsa partecipazione del pubblico (scarsa rispetto agli altri concerti del tour), ma ciò che vale la pena rilevare non è tanto il numero dei presenti, quanto il fatto in sé: quella musica e quelle icone giovanili contrastavano profondamente con le coordinate del regime franchista.

Nel campo culturale spagnolo degli anni sessanta agiscono diverse tipologie di fattori: tra di essi, gli elementi liberali del regime che si muovono già per una uscita democratica (o di democrazia vigilata) dalla dittatura; la vastità intellettuale dell’esilio; per ultimo, la nuova gioventù, con le sue proprie rivendicazioni generazionali, con i suoi caratteri di identità e i suoi conflitti interni e con una prassi politica varia e difficile da inquadrare all’interno della vecchia idea di militanza e di clandestinità.

Il conflitto era servito. Le diverse istanze dettero luogo a tentativi di convergenza e/o si arresero alle differenze che li separavano. La divergenza maggiore, senza dubbio, fu rappresentata dall’incapacità di dialogo tra l’Esilio e la Nuova gioventù, tra il rigore di una posizione morale e lo spirito pop della protesta. La famosa Lettera sull’esilio di María Zambrano è un evidente tentativo di dialogo tra i due, come lo furono anche le visite che le fecero a Roma i giovani intellettuali spagnoli (Carlos Barral, Jaime Gil de Biedma, etc.). Ma è anche, a posteriori, il documento di una impossibilità, il dato di fatto di un dialogo impossibile che forse finì per dare forma alla Transizione.

Si tratta non tanto di offrire una visione onnicomprensiva, quanto piuttosto di proporre una prospettiva su quelle voci e quei silenzi, sulle convergenze e differenze che di norma non fanno parte della storia ufficiale del ’68.

Nov 08 2018
Passato!
19:00 - 21:00

Luogo

Real Academia de España en Roma
Piazza di S. Pietro in Montorio, 3, 00153 Roma RM, Italia
Sito web
https://www.accademiaspagna.org/