Roberta Barsanti, dal 2014, dirige le attività del Museo Leonardiano, della Casa natale di Leonardo ad Anchiano e della Biblioteca Leonardiana. Oltre ad avere un eccellente curriculum di studi, esperienze e pubblicazioni, é una persona con una grande passione per il suo lavoro. Quando parla del Museo e anche del paese di Vinci i suoi occhi brillano ed insieme a un suo sorriso appare l’entusiasmo. Si parla di tutto un mondo che non riguarda soltanto un museo bensì tutta un’idea ed un “ecosistema” Leonardiano. É una delle poche donne direttrici di un museo con temi cosi complessi e vari che abbracciano la ricerca, la didattica, la museologia, il digitale e le nuove tecnologie. Vi invito a leggere l’intervista perchè sono certa che subito dopo vi verrà voglia di prenotare il prossimo weekend. Destino: Vinci!.
Sul sito del Museo il motto è legato a quello della città, non più metaforicamente ma esplicitamente: “This is my home. Experience Vinci. Leonardo’s hometown” . Ci sono musei in città e ci sono borghi che sono Musei. Nel complesso del Museo c’è anche la Casa di Leonardo. Il Museo rappresenta il rigore e la casa di Leonardo l’esperienza?
Il Museo Leonardiano rappresenta gli studi e l’interpretazione dell’opera di Leonardo, in particolare tecnologo e scienziato. Il Museo viene inaugurato il 15 aprile 1953 alla fine delle grandi celebrazioni per i 500 anni dalla nascita di Leonardo del 1952. La narrazione della sua attività nei campi dell’ingegneria in generale e in particolare della meccanica avviene attraverso una molteplicità di supporti, avvalendosi anche della collaborazioni di istituti di ricerca e università. Ai tradizionali modelli lignei, alcuni di grande importanza storica, sono affiancati filmati, installazioni immersive, realtà virtuale. Nel visitare il Museo c’è il piacere della sorpresa per la varietà dei progetti di macchine di Leonardo, dello stupore per certe audaci soluzioni difficili se non impossibili da realizzare nella sua epoca per mancanza dei materiali e della forza motrice necessaria. C’è anche la scoperta del modo in cui Leonardo affronta i problemi tecnologici della sua epoca e c’è anche la meraviglia per le sue intuizioni scientifiche. La visita alla Casa Natale ad Anchiano costituisce un’esperienza emotiva particolare. Si tratta di una vera e propria casa della memoria. Significa recarsi nel luogo che identifica il legame di Leonardo con la sua Vinci e viceversa. Si vive la suggestione dell’incontro con la figura di Leonardo e con la terra (delle sue origini) d’origine che lo ha influenzato. Rappresenta una sorta di pellegrinaggio culturale ad un luogo simbolo della sua vicenda umana. La casa si trova immersa in una campagna ancora molto simile a quella che vide Leonardo, una campagna ricca di olivi, di viti. La vista sul borgo di Vinci e sul territorio circostante è davvero di grande suggestione e richiama certe atmosfere e immagini dei suoi disegni e dei suoi dipinti.
Il 15 Aprile è la Giornata Mondiale dell’Arte e questo giorno è stato istituito a causa della nascita di uno dei più grandi artisti dell’umanità: Leonardo da Vinci. Considerato l’uomo del rinascimento, fu pittore, inventore, scultore, designer, architetto, poeta, musicista…ci sono tutte le sue sfaccettature al Museo?
Leonardo è una figura decisamente poliedrica. Abbiamo cercato di restituire il più possibile la complessità del suo pensiero e della sua attività con un percorso espositivo che tenga /tiene conto del suo essere artista e scienziato. Se il Museo illustra i suoi progetti tecnologici, la sezione Leonardo e la pittura immerge il visitatore nell’opera artistica di Leonardo attraverso riproduzioni in altissima risoluzione dei suoi dipinti proposti a grandezza naturale. La Casa natale è il luogo naturalmente vocato a restituire la sua dimensione umana ed artistica attraverso soprattutto una videoinstallazione di grande suggestione grazie anche ad un effetto olografico che raffigura lo stesso Leonardo.
Nel 2019 e per onorare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, l’ufficio di Cultura e Scienza dell’Ambasciata di Spagna in Italia ideò una giornata di studio interdisciplinare e una pubblicazione che approfondisce l’attività Leonardiana. In questa pubblicazione si parla di una chiave molto importante che collega direttamente Leonardo con la Spagna. La scoperta nella Biblioteca Nazionale di Madrid di due densi manoscritti di Leonardo de Vinci, con disegni e testi, che per molto tempo sono stati considerati perduti. Pensa che questa scoperta apra un nuovo capitolo nella storia del pensiero e dell’opera di Leonardo? Come definirebbe la sua importanza?
Si è trattato di una scoperta o meglio riscoperta importantissima, epocale, per la conoscenza di Leonardo e che ha aperto nuove piste di indagine ancora da sondare nella loro interezza. Il Codice di Madrid I, per esempio, è fondamentale per la comprensione della meccanica di Leonardo. La più recente delle sale del Museo Leonardiano è per l’appunto dedicata agli studi di Leonardo sui meccanismi elementari o meglio a quella che alcuni studiosi chiamano efficacemente “anatomia delle macchine”. Proprio grazie a questo codice sappiamo che Leonardo intendeva dedicare un trattato agli elementi macchinali. Nel Madrid II abbiamo alcuni dei più importanti e innovativi studi di cartografia, in particolare quelli dedicati al corso del fiume Arno e ai progetti di deviazione dello stesso e di costruzione di un canale navigabile che collegasse Firenze al mare a cui il Museo ha dedicato un video.
Il maestro e le sue creazioni sono sempre stati fonte di ispirazione per artisti, scienziati, inventori, registi e scrittori. Cioè, Leonardo continua a ispirare non solo con la sua eredità, ma anche come personaggio. Qual è l’aneddoto della sua vita che secondo lei lo definisce meglio, o quello che a lei come studiosa piace di più?
Tutta la vita di Leonardo è affascinante, ricca di viaggi, di progetti grandiosi, alcuni addirittura visionari. Sono dunque i suoi dipinti, i suoi disegni, i suoi scritti a definirlo meglio, i suoi successi come i suoi fallimenti. Un documento molto curioso da tanti punti di vista, che restituisce una bella immagine del ruolo che artisti ingegneri come Leonardo avevano presso le corti dell’epoca, è la lettera di autopresentazione scritta per Ludovico il Moro. E’ curioso che Leonardo in questa lettera faccia leva più che sulle sue abilità di pittore, come ci si aspetterebbe dall’allievo più brillante di una bottega rinomata come quella di Andrea del Verrocchio, sulle sue competenze di ingegnere militare e civile che assai probabilmente a quell’epoca non aveva ancora ben maturato. Tutto questo per sollecitare l’interesse di un signore bellicoso come Ludovico Sforza così da essere accolto nella sua corte.
Le visite scolastiche, familiari, la biblioteca e gli accordi con le Universitá credo siano molto importanti nella vostra identità e attività giornaliera. Come avete superato le difficoltà del Covid essendo il museo dedicato all’inventore, che avete escogitato o inventato?
Il Museo ha implementato la propria attività sui social per la condivisione di numerosi contenuti digitali. Per esempio abbiamo creato il format “ Il Leonardiano dal tuo divano” pubblicato online proprio nel periodo del rigoroso lockdown che abbiamo trascorso la scorsa primavera. Immagini, filmati, racconti per approfondire i contenuti del museo. Alcuni esperti leonardisti con cui il Museo collabora hanno inviato loro filmati in cui spiegano in maniera efficace e accattivante alcuni aspetti dell’attività di Leonardo relativi a sezioni o esposizioni presenti nel Museo.
E poi abbiamo condiviso la video-storia “Tra sogno e invenzione. Le macchine per volare di Leonardo al Museo Leonardiano di Vinci”, realizzata per il progetto Google Arts&Culture “Tutto inizia da un’idea”, la più grande mostra online su invenzioni e scoperte mai curata prima: è possibile visitare, grazie a Google Street View, gli interni di alcune delle sale del percorso espositivo del Museo leonardiano, della terrazza panoramica e una buona parte dei modelli esposti, corredati da didascalie e informazioni in italiano e in inglese.
E per i più piccoli non poteva mancare l’appuntamento “La domenica leonardiana”. Questo appuntamento mensile, rivolto ai nostri aspiranti “inventori” e realizzato ogni mese nel laboratorio del Museo, si è tenuto a distanza e ha fatto sì che i nostri visitatori più piccoli continuassero ad esplorare il “mondo di Leonardo”, divertendosi con giochi ed esperimenti.
Il futuro però si prevede molto bene perché saranno i piccoli borghi ad accogliere le attività culturali, si intravede una crescita e un futuro splendido per strutture come le vostre. Concorda con me? Perché vorrei finire questa intervista con un messaggio di ottimismo e un invito a tutti curiosi, famiglie, piccoli inventori… a visitare questo splendido Museo o “complesso” al maestro dedicato.
Per la loro dimensione “a misura d’uomo”, per la ricchezza di storia, per la loro forte identità culturale, per i ritmi di vita in sintonia con i ritmi della natura, i piccoli borghi come Vinci hanno ricevuto una particolare attenzione in questo periodo di pandemia. Il borgo di Vinci conserva le caratteristiche di un piccolo borgo ma al contempo offre i vantaggi di essere non lontano dai centri urbani e dalle grandi vie di comunicazione. Credo che dopo questo periodo così difficile, borghi come Vinci rappresentino una meta ideale che unisce cultura, arte, enogastronomia, attività all’aria aperta con possibilità di piacevoli escursioni a piedi e in bicicletta.