Intervista a cura di Francesco Maria Menghi
Campione del Mondo e d’Europa con la nazionale spagnola e vincitore di tre Champions League con il Barcellona, Pedro Rodríguez è l’unico calciatore della storia ad aver vinto tutti i maggiori trofei internazionali sia a livello di club sia per nazionali.
Arrivi in Italia nel 2020 dopo 5 anni in Inghilterra e pochi mesi dopo l’inizio della pandemia. Che paese trovi al tuo arrivo? Come è stato l’adattamento?
Il mio arrivo in Italia è stato complicato, c’era anche l’epoca Covid, però mi sono messo alla prova. Dovevamo stare molto tempo a casa, lavorare, allenarci e tornare nei nostri domicili stando tranquilli. Sono comunque stato bene, nella squadra, nella città, nel Paese, con tutta la gente dello spogliatoio l’adattamento è stato molto veloce, i compagni mi aiutarono tanto.
Cosa di Roma ti ricorda la Spagna e cosa invece ti manca del tuo paese?
Italia e Spagna sono due Paesi molto simili, la gente è calda e amichevole, mi trovo bene perchè sono a mio agio. Il cibo è diverso, quando vado in Spagna posso però portare qualche prodotto che mi aiuta a sentirmi maggiormente a casa, a volte anche la mia famiglia mi raggiunge e stiamo insieme qua.
Facciamo un ripasso di questi 18 anni di carriera. Escludendo allenatori e compagni di squadra attuali, quali sono:
– i tre migliori allenatori che hai avuto?
Diciotto anni di carriera sono tantissimi, sono parecchi i momenti belli in condivisione con giocatori, amici, allenatori. Se devo scegliere qualcuno fra gli allenatori cito sicuramente Pep Guardiola, che è il tecnico da cui ho imparato di più; un altro è Vicente Del Bosque, che ha sempre avuto fiducia in me nel portarmi sempre in Nazionale e permettermi di vincere il Mondiale che è la competizione più grande che io abbia vinto sino a questo momento.
– i tre compagni di squadra con cui hai maggiormente legato e che consideri amici?
Ho tantissimi amici in giro per il mondo, grazie al calcio trovi alcune persone che sono importanti nella tua vita, come possono essere per me al Barcellona Jordi Alba, Busquets, Xavi, Iniesta e al Chelsea Marcos Alonso, Azpilicueta, Kepa, Courtois, Hazard. Pure alla Lazio ho tanti amici, come Luis Alberto, Patric, Mario Gila e tanti altri. Giocare insieme stimola la fiducia, in questo momento sono loro quelli che mi sono più vicino, giocare tanti anni in svariati posti dà modo di vivere queste esperienze.
– i tre momenti della tua carriera che ricordi con maggiore affetto?
I tre momenti della mia carriera più belli sono i titoli conseguiti. Come accennavo prima, certamente il Mondiale regala emozioni grandi, vincerlo è stata una meraviglia, splendido per noi e per il Paese, il primo della storia per la Spagna. Anche la prima Champions League è stata speciale, poi l’ho vinta tre volte. E anche il Mundialito per Club, il primo col Barça ad Abu Dhabi, è stato molto importante.
Che sensazione si prova a vincere una Coppa del Mondo?
Sensazione fantastica, vincere il Mondiale è incredibilmente ‘pesante’, perchè è la competizione più illustre, io e gli altri componenti di quella squadra siamo orgogliosi per quello che abbiamo fatto. Un’emozione per tutta la gente spagnola, non si può spiegare apertamente, è stato bellissimo.
Cosa rappresenta per te Tenerife che lasciasti quando avevi solo 17 anni per trasferirti al Barcellona? Ci torni spesso?
Tenerife è casa mia, dove sono nato e cresciuto quando ero bambino, è sempre la mia terra. Quando vado lì sono molto felice, tornare dove si è sviluppata la mia vita, l’impatto per la strada con la gente, la mia famiglia vive ancora lì e facciamo l’estate insieme. Invito tutti a visitare Tenerife, perchè è un paradiso, un’isola incredibile, ho la fortuna di dire che quella è la mia casa.
Dove andrai a vivere una volta conclusa la carriera?
Sicuramente quando finirò la mia carriera andrò a vivere a Barcellona, perchè i miei figli vivono là. Starò con loro e inizierò un’altra vita, dopo vedremo quello che succederà e cosa mi proporrà la vita, se tornare a Tenerife oppure andare a vivere in un altro posto. Inizialmente però andrò a Barcellona con la mia famiglia.
© foto: S.S.Lazio/Fotonotizia