Il principio di Archimede

Toscana

Jordi, giovane ed estroverso istruttore di nuoto, durante un allenamento, dà un bacio a uno dei bambini che si è messo a piangere per paura dell’acqua. Questo gesto provoca le perplessità di alcuni genitori, già turbati da un caso di pedofilia verificatosi in una vicina ludoteca. Si innesca così una spirale di diffidenza che fa venire alla luce un contesto di pregiudizi e paure che porteranno dal sospetto alla psicosi collettiva, dall’indiscrezione alla crocefissione mediatica.

In apparenza Il principio d’Archimede sembra parlare di un caso di pedofilia. Ma in realtà ci parla anche d’altro: della paura, dell’educazione e delle relazioni sociali. Significativamente, l’autore non prende posizione sulle reali intenzioni di Jordi, il cui carattere, pur marcatamente solare, viene tratteggiato con forti margini di complessità. Sta allo spettatore farsi un’idea della personalità del ragazzo. La rappresentazione si concentra invece sulle dinamiche inter-personali e sociali che si scatenano implacabilmente a partire da un evento la cui realtà o falsità diventa del tutto ininfluente rispetto agli effetti che produce.

Inoltre, con un interessante espediente drammaturgico, il susseguirsi delle scene non segue un ordine cronologico; andando avanti ed indietro nella vicenda, lo spettatore procede conformando la sua visione a seconda delle varie prospettive che gli offono i personaggi, riproducendo quella frantumazione con la quale nella realtà riceviamo le informazioni. E infatti nello spettacolo è presente anche il tema di Facebook, un linguaggio contemporaneo che, insieme ad altri consimili, ci ha modificato la forma di pensare: molte volte le informazioni vanno più veloci della capacità che hanno gli individui di inquadrarle e analizzarle con un po’ di profondità, restando così prigionieri degli aspetti più semplicistici, scontati e urlati della comunicazione.

Scritto con nerbo e senza una goccia di retorica, questo testo formidabile è al tempo stesso la rappresentazione della spirale che dalla paura porta alla violenza e una metafora dell’ambiguità della verità. Giulio Maria Corso è stato il protagonista del musical “Rapunzel” con Lorella Cuccarini e l’uomo di scorta del giudice Borsellino affianco di Cesare Bocci nel docufilm di Rai Uno “Adesso tocca a me”.

Feb 15 - 25 2018
Passato!
18:00 - 20:00

Luogo

Teatro di Rifredi
Via Vittorio Emanuele II, 303, 50134 Firenze FI
Sito web
http://www.toscanateatro.it/